23 maggio 2012

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: il senso dello Stato e il dovere morale

Giovanni Falcone
(Palermo, 18 maggio 1939 - Capaci, 23 maggio 1992)

Paolo Borsellino
(Palermo, 19 gennaio 1940 - Palermo, 19 luglio 1992)











Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, amici d'infanzia, uniti da un legame fraterno, dall'amore per la loro terra (la Sicilia) e dalla passione per il loro lavoro, hanno condiviso la battaglia contro "Cosa Nostra". Riuscirono a metterla in ginocchio grazie ad una profonda conoscenza della cultura e del sistema mafiosi e a innovativi metodi d'inchiesta. Falcone capì che, anziché indagare su un singolo caso, fosse importante ricostruire una visione d'insieme del fenomeno mafioso e fu tra i primi magistrati in Italia a svolgere indagini sui patrimoni "sommersi" dei mafiosi per risalire ai loro reati. Fu così creata a Palermo una squadra, un pool di magistrati dedicati esclusivamente alla lotta contro la mafia, esonerati dalla normale attività giudiziaria, che adottò il nuovo approccio ideato da Falcone. Dietro l'idea vincente del pool c'era la convinzione che fosse necessario consentire alle indagini di sopravvivere anche nel caso in cui il magistrato che le conduceva venisse assassinato. Uno dei maggiori successi dell'affiatato lavoro di squadra fu il famoso maxiprocesso. Grazie alla cattura nel 1984 e alle confessioni di Tommaso Buscetta, il primo "pentito" nella storia di Cosa Nostra, il pool riuscì a scoprire e a ricostruire la rete di collegamenti dell'organizzazione criminale, ad arrestare interi clan (circa 500 persone) e istituire un processo con più di 400 imputati. Iniziato il 10 febbraio 1986 a Palermo nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone, il maxiprocesso fu la più grande operazione giudiziaria contro i capi di "Cosa Nostra" e l'intero sistema mafioso. Si concluse, il 16 dicembre 1987, con la condanna dei padrini a 19 ergastoli e di altri 339 imputati a 2665 anni di carcere complessivi. Falcone e Borsellino, figure chiave del pool, continuarono a dedicarsi al loro lavoro con convinzione, entusiasmo e abnegazione, motivati da un senso di dovere morale, nonostante le minacce e le reazioni spietate di Cosa Nostra, nonostante gli attentati ai colleghi, nonostante i tradimenti, le invidie e le maldicenze persino da parte di chi avrebbe dovuto appoggiarli e proteggerli, nonostante fossero costretti a una vita "blindata" perennemente sotto scorta, nonostante fossero consapevoli che la mafia li avrebbe uccisi. Rappresentano uno straordinario esempio di fiducia nello Stato, di senso del dovere e dedizione alle istituzioni, di lealtà e moralità, di impegno e determinazione, di coraggio e umanità.
Vedere i loro volti, ascoltare le loro parole, conoscere la loro storia è un'esperienza irrinunciabile.

La mafia e il coraggio nelle parole di Falcone
"Adesso è tempo di andare avanti, non più confidando sull'impegno straordinario di pochi, ma col doveroso impegno ordinario di tutti in una battaglia che è innanzitutto di civiltà e che può e deve essere vinta."
"La mafia non è affatto invincibile: è un fatto umano e, come tutti i fatti umani, ha un inizio e avrà anche una fine."
"L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Altrimenti non è più coraggio, è incoscienza". 

Le parole di Paolo Borsellino in memoria di Falcone
(Palermo, giugno 1992)
"La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza
Il nostro lavoro stava smuovendo le coscienze".

La sensazione di essere un sopravvissuto e di trovarmi in estremo pericolo è una sensazione che non si disgiunge dal fatto che io credo ancora profondamente nel lavoro che faccio, so che è necessario che lo faccia, che è necessario che lo facciano tanti altri insieme a me. E so che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuare a farlo senza lasciarci condizionare dalla sensazione, o dalla certezza, che tutto questo può costarci caro." (dall'ultima intervista televisiva rilasciata da Borsellino, circa un mese prima che anche lui e i cinque agenti della sua scorta trovassero la morte nell'attentato di via D'Amelio).

Per non dimenticare ...
Servizio di Angela Caponnetto per RaiNews del 23 maggio 2015 in occasione del 23° anniversario della strage di Capaci (32 maggio 1992) in cui persero la vita Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro: www.youtube.com/watch?v=r4RVMbrPUrk (durata: 2 minuti)

Omaggio in musica
Pensa, canzone di Fabrizio Moro dedicata ai due magistrati (2007)

Per approfondire on line su Falcone e Borsellino
Video Rai Storia:
"Giovanni Falcone. Il peso delle parole", 2019 (durata: 28 minuti); 
"Falcone e Borsellino, l'impegno e il coraggio" ("Passato e presente", stagione 2018-2019, durata: 40 minuti).
Libri:
Luigi Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, BUR;
Giovanni Falcone, Marcelle Padovani, Cose di Cosa Nostra, BUR.
Film:
Era d'estate, regia di Fiorella Infascelli, Italia 2016 (trailer);
Paolo Borsellino. I 57 giorni, regia di Alberto Negrin, Italia 2012 (trailer);
Paolo Borsellino, miniserie televisiva, regia di Gianluca Maria Tavarelli, Italia 2004 (backstage).

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