Alessandro il Grande: sui passi di un condottiero
Quello di Alessandro Magno (Pella 356 - Babilonia 323) è senza dubbio uno dei personaggi più affascinanti della storia antica. Stratega geniale, comandante carismatico, giovane uomo dotato di un'ambizione e di una determinazione smisurate e di una personalità complessa e volubile, capace di gesti di grande generosità e tenerezza come di spietata ferocia, amante della cultura greca e della morale eroica esaltata dai poemi omerici (e incarnata in particolare da Achille, suo modello), già in vita divenne una leggenda grazie alle sue incredibili imprese, che lo portarono in pochi anni a conquistare un impero vastissimo esteso dalla Grecia all'Egitto all'India, fino ai limiti del mondo allora conosciuto.
Al seguito del suo esercito volle scienziati, cartografi,
medici, storici, filosofi e uomini di cultura, affinché
testimoniassero e documentassero le sue gesta e le sue conquiste.
Ottaviano Augusto: il primo imperatore di Roma

A dispetto delle apparenze e di ogni previsione, Ottaviano mostrò un carattere

Ipazia di Alessandria (370-415 d.C.),
la prima donna scienziata
Protagonista di una pagina della storia ancora poco nota, Ipazia, scienziata e filosofa, nata ad Alessandria d'Egitto intorno al 370 d.C., figlia del matematico Teone, e lei stessa prima matematica della storia, fu la più nota esponente della scuola neoplatonica alessandrina ed erede della prestigiosa tradizione scientifica e filosofica ellenica. Studiò e realizzò strumenti quali l'astrolabio, l'idroscopio e l'aerometro e, grazie al suo eccezionale talento e alla sua forte personalità, divenne punto di riferimento del Centro Studi di Alessandria, che attirava allievi da ogni angolo del mondo. Alessandria era infatti da secoli una città multietnica e multireligiosa nonché il principale centro culturale dell'area greca e mediterranea.
Ipazia dedicò la sua vita alla ricerca scientifica (era matematica, astronoma e filosofa) e alla divulgazione del sapere: succedette al padre nell’insegnamento presso il Museo di Alessandria già dal 393 e a 31 anni assunse la direzione della Scuola neoplatonica di Alessandria, ma non era insolito vederla nelle piazze e nelle strade della città a parlare di filosofia con la gente comune.
Le fonti restituiscono l'immagine di una donna di rara bellezza, di indiscusso carisma, di profondo rigore morale e di grande eloquenza, qualità che le consentirono di acquistare - fatto sorprendente per una donna all'epoca - l'ammirazione e la stima non solo degli allievi, ma anche di studiosi, politici, personaggi autorevoli.
Le fonti restituiscono l'immagine di una donna di rara bellezza, di indiscusso carisma, di profondo rigore morale e di grande eloquenza, qualità che le consentirono di acquistare - fatto sorprendente per una donna all'epoca - l'ammirazione e la stima non solo degli allievi, ma anche di studiosi, politici, personaggi autorevoli.

Il contesto storico era complesso e turbolento, segnato dall'agonia dell'impero romano e dall'affermazione della Chiesa cristiana. L'editto di Tessalonica (380 d.C.) emanato dall'imperatore Teodosio, aveva proclamato il cristianesimo religione di Stato, ponendo fine alla secolare tradizione di tolleranza religiosa che era stata uno dei punti di forza dell'impero romano e trasformando i cristiani da perseguitati in persecutori. Nel 392 anche in Egitto venne emanata la legge speciale contro i culti pagani (Editto di Costantinopoli) che mobilitò capi religiosi di Alessandria ad annientare il paganesimo.
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Raffaello, Scuola di Atene:
volto di Ipazia, unica figura
femminile dell'affresco
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Ipazia e gli allievi della scuola misero in salvo diversi manoscritti, nascondendoli forse nei sotterranei del Faro di Alessandria.
La filosofa sostenne con fermezza le ragioni della tolleranza religiosa e guidò la resistenza degli intellettuali alessandrini, facendo sopravvivere la scuola nella sua casa, dove organizzava anche riunioni private con gli esponenti della classe dirigente della città (pagani, cristiani, ebrei) e i capi politici romani.

La scienziata fu infatti barbaramente uccisa nel marzo del 415: aggredita da un gruppo di aguzzini cristiani - secondo alcune fonti i cosiddetti parabolani, monaci-miliziani emissari del vescovo Cirillo - fu trascinata in una chiesa e, dopo che le furono cavati gli occhi,

Il massacro di Ipazia segnò la fine di una delle più importanti comunità scientifiche di tutti i tempi. I suoi scritti sono andati perduti, ma la sua figura resta un simbolo potente di tolleranza, della libertà di pensiero e di ricerca scientifica contro il fanatismo religioso.
Per approfondire
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Locandina del film di A. Amenábar (2009), che ha contribuito alla riscoperta della figura di Ipazia |
Articoli:
Brunella Schisa, Ipazia, scienziata, bella, libera. Prima martire della Ragione, “Venerdì di Repubblica”, 16 ottobre 2009;
Silvia Ronchey, Ipazia. La prima donna vittima di un delitto politico, "La Repubblica", 8 marzo 2017;
Silvia Ronchey, Ipazia. La prima donna vittima di un delitto politico, "La Repubblica", 8 marzo 2017;
Carlos Garcìa Gual, Ipazia, la filosofa alessandrina, "Storica National Geographic, 20 ottobre 2020.
Saggi: Silvia Ronchey, Ipazia (www.imperobizantino.it/documenti/SRonchey-Ipazia.pdf).
Film: Agora, di Alejandro Amenábar (Spagna, 2009). Guarda il trailer:
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